Il coraggio delle donne

Quando inizi a scrivere un musical è sempre così. Hai davanti un foglio bianco, in mano una biro che sembra pesantissima ed in testa… Un mucchio di domande!!! E nessuna risposta!!! Di che argomento dobbiamo parlare, che taglio dare allo spettacolo, chi sono i nostri destinatari, meglio fare ridere o usare le “lacrimucce” per stimolare la riflessione… E via con una serie di domande che sembrano essere fatte in modo che per ogni risposta che pensi di avere trovato, se ne generano molte altre. E poi ti devi anche preoccupare che il musical abbia una certa valenza artistica, che il pubblico lo capisca, che sia bello da vedere, che sia d’aiuto per le persone…. E tu ti arrovelli come un matto alla ricerca di un’”IDEA”!!!

Poi ascolti un’omelia di Papa Francesco che ti dice senza mezzi termini che non devi stare lì a “pettinare le tue pecorelle”, ma uscire in cerca delle altre… Una Madre Maestra ti racconta di come essere DONNA sia un dono grande che a volte però fa fatica ad essere riconosciuto…Una sera una bellissima sorellina con il velo blu ti racconta la storia di una ragazza che si è tolta la VITA! E ti dice che dovremmo parlare a tutti quelli come lei, a tutti quelli che sono così soli, tristi e provati che non vogliono più vivere…

E allora con questo tarlo che ti gira in testa cerchi di trovare un’idea che ti aiuti ad inventare qualcosa che ti permetta di stare loro vicino… Così continui ad inventarti sceneggiature fino al momento in cui capisci che stai guardando la cosa da una prospettiva sbagliata. Capisci che quello che ti serve è già tutto lì, ma non nella tua testa, non nelle tue capacità artistiche, ma è già scritto nella VITA VERA! E allora decidi che ciò che mostrerai al pubblico sarà la storia vera del coraggio di quelle donne “normali”, di quelle donne che vivono in mezzo a tutti noi e affrontano ogni giorno quello che l’alba manderà loro…

E allora sì che diventa tutto facile… basta parlare con alcune di loro e farsi raccontare le loro STORIE VERE per scoprire che devi solo dare musica e parole alla forza profonda del “CANTO INVISIBILE” che le attraversa tutte.

E allora sì che la tua fatica di “creare” ha un senso… Perché riesci a sperare che per una sera, mentre risplenderanno le luci dello spettacolo, per tutti gli UOMINI E LE DONNE che saranno seduti in sala, per un momento come per magia, il tetto del teatro non esisterà più… E tutti, rivivendo il racconto di quelle VITE riusciranno a “dare un’occhiata al cielo”, fare un grosso respiro e pensare che domani abbracciare la QUOTIDIANITA’ sarà la cosa più bella che possono fare danzando sul ricordo delle parole di quel canto eterno che anche domani continuerà a ripetere “NON TEMERE…”
 
Umberto (regista)